Eccoci finalmente col primo articolo della saga: “Gite fuori Porta”. Sulla nostra pagina instagram ne troverete molti altri che piano piano trascriveremo per bene!
Dunque, da quale iniziamo? Da un bel trekking sulla Via Mercatorum! A noi è piaciuto molto e l’abbiamo scoperto un po’ per caso: non crearsi aspettative aiuta sempre ad amplificare l’effetto “WOW” che qui, tra l’altro, è garantito. Ma cominciamo dall’inizio, letteralmente: scopriamo la sua storia!
Un po’ di storia…
Nel XIII secolo, un’antica via dedicata al commercio permetteva il trasporto di merci e carovane da Bergamo alla Valtellina e alla Valsassina: partendo dalla Val Seriana fino all’alta Val Brembana e i valichi orobici (Passo San Marco e Passo di Verrobbio, rispettivamente). Oggi questa antica via è conosciuta come: Via Mercatorum. Una strada larga circa 160 cm, lastricata e con un muretto di protezione, ai tempi. Sebbene molto all’avanguardia per i tempi era comunque lunga e difficoltosa. Infatti, fu in uso per ben tre secoli, fino a quando, nel 1593, fu aperta la più diretta e veloce Via Priula, voluta dai veneziani, rappresentati dal doge bergamasco Alvise Priuli (da qui, il nome della strada).
L’intero tracciato bergamasco è riportato nell’immagine sottostante, la cui fonte è il sito dell’associazione “La Via Mercatorum“, che ha come intento la valorizzazione del territorio attraversato da questa storica via (per maggiori informazioni: http://www.laviamercatorum.it/).
Sul sito dell’Associazione, oltre alla storia dell’antico percorso, sono raccolte tutte le informazioni per intraprendere quello che è a tutti gli effetti un cammino. Il tragitto, infatti, è descritto tappa per tappa con anche indicate quali sono le strutture ricettive convenzionate per mangiare e dormire. Essendo un cammino, non può mancare la famosa credenziale del pellegrino: La Carta del Mercante. La credenziale è il documento ufficiale, una sorta di passaporto, che viene timbrato alla fine di ogni tappa percorsa.
E noi, di tutta questa bellezza proposta, che abbiamo fatto?
Noi ne abbiamo percorso un pezzettino! Ed è stato superbo! Vi raccontiamo un po’ nel dettaglio il tratto che da Caprile/Averana porta al Passo San Marco.
Punto di partenza: Caprile inferiore (840 m). Abbiamo lasciato la macchina in un piccolo parcheggio. Avendo fatto il trekking ad aprile non abbiamo avuto difficoltà a trovare posto per l’auto, i parcheggi però sono davvero pochi, circa 6, per cui prima si arriva, meglio è. Oltretutto, Il trekking ha una durata totale compresa tra le 4 e le 6 ore (pause escluse) a seconda di quale sia la meta: diga della Valmora e lago (1544 m s.l.m.) oppure Rifugio Passo San Marco 2000 e proseguo verso il Passo San Marco (1985 m s.l.m.).
Il Dislivello in salita, percorrendolo tutto, è di circa 1.190 m e il livello di difficoltà è di tipo Escursionistico (E).
Il trekking non è tecnicamente impegnativo, richiede però gambe e fiato in alcuni tiri. Sono pochi i punti pianeggianti, per la maggior parte è in salita fino alla diga. Il fondo su cui si cammina è essenzialmente di 3 tipi: suolo con foglie e pietre (scivoloso, soprattutto in discesa) fino a Ponte dell’Acqua, suolo con pietre fino alla diga (instabile soprattutto in discesa) e strada bianca larga e semplice dalla diga fino al nuovo Rifugio Passo San Marco 2000 (sempre aperto). Importantissimo quindi avere delle calzature adeguate e equipaggiamento comodo.
Pronti, via. Si parte. Il sentiero da seguire è il 110 del CAI. La salita inizia e prosegue in un bosco di conifere e faggi e, per circa 400/ 450 metri di dislivello il rilassante suono dello scorrere del torrente Mora accompagna dolcemente.
Alla fine di questo primo tiro, Il bosco si apre in località Ponte dell’Acqua (1272 m circa). La segnavia 110 del CAI prosegue poi piano piano risalendo il torrente, fino alla casetta dei guardiani della diga dell’Alto Mora (costruita nel 1953).
Per raggiungere, o meglio vedere il lago, dalla casetta dei guardiani della diga bisogna infilarsi in una stretta galleria lunga un centinaio di metri che ci porta dall’altra parte della vallata e, dopo una breve salita, si arriva al lago Valmora. La creazione di questo bacino artificiale ha modificato/coperto, l’antico tracciato della via: in passato infatti si proseguiva sul lato sinistro del torrente Acquanera.
Si costeggia il lago lungo una strada bianca facilmente percorribile e larga. Si attraversano delle malghe dove, a inizio Aprile, ancora non è presente il bestiame, e si può apprezzare più chiaramente la presenza di marmotte, camosci e rapaci diurni volteggianti (poiane e falchetti).
Proseguendo oltre il lago, davanti a noi si apre uno spettacolo meraviglioso dove le Orobie sono le protagoniste indiscusse. Però, abbassando letteralmente lo sguardo a terra, si scoprirà che questo pianoro ha una peculiarità: è un sistema di pianori torbosi. Noi abbiamo osservato solo quello a valle della Casera Ponteranica perchè poi abbiamo preso la direttissima che, in 40 minuti di salita, porta al Rifugio Passo San Marco 2000! Avevamo davvero tanta fame.
Il rifugio in cui abbiamo pranzato (divinamente) è aperto tutto l’anno (ce n’è un altro poco più avanti, verso il Passo, che invece è stagionale).
Potevamo fare di più? certo. Però delle polpette di ortiche e dei pizzoccheri S.P.A.Z.I.A.L.I. ci stavano reclamando a gran voce, per cui, abbiamo assecondato!
Ovviamente, dopo un piatto di pizzoccheri non si può far altro che dormicchiare e tornare a casa felici!
Alla prossima!
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